L'EROINA
Cos'è?
Si tratta del prodotto della trasformazione chimica ( mediante l'anidride acetica ) della morfina ( infatti la sua denominazione scientifica è Diacetilmorfina ) , la quale, a sua volta, viene ricavata dall'oppio, cioè dal lattice essiccato del frutto immaturo ( capsula ) del papavero da oppio ( Papaverum Somniferum ), che si coltiva in paesi caldi come Turchia, Libano, il Triangolo d'oro della Birmania, ecc.
Molte raffinerie sono state individuate a suo tempo attorno a Marsiglia ed in Sicilia.
Come viene usata?
La polvere viene abitualmente sciolta in acqua di rubinetto, di fontanella o addirittura di water, dopo essere stata raccolta in un cucchiaio o in una scatoletta metallica. Tale contenitore viene poi riscaldato con la fiamma di un accendino. Per facilitarne la dissoluzione, si usa rimestare la sostanza con uno stecchino e aggiungere succo di limone ( che aiuta a rendere solubile l'eroina ). La soluzione andrebbe almeno filtrata, cosa che spesso non avviene; aspirata in una siringa da insulina, è iniettata in vena con l'ausilio di un laccio di gomma, una stringa, un fazzoletto, ecc. Poichè le vene tendono a infiammarsi ( data l'assenza di precauzione igeniche ) e a chiudersi, l'eroinomane deve sempre cercare nuove sedi: comincia dal gomito per passare alle dita delle mani e dei piedi, al collo, alle ascelle, alle tempie, alla fronte e persino al pene.
Cosa prova chi la usa?
Subito dopo l'iniezione, l'individuo prova un intenso piacere, definito "flash" o "sballo", che assomiglia all'orgasmo sessuale e viene per lo più localizzato all'addome. Spesso si manifestano anche vampate di calore al viso e un bisogno irrefrenabile di grattarsi.
Dopo pochi minuti, subentra un'invincibile sonnolenza (entrare "in palla" o "in abbiocco", popolata da sogni per lo più piacevoli, ma talvolta anche spiacevoli.
Spesso compare una febbre con tremiti (la cosiddetta "febbre ossea"), dovuta a contaminazione con sostanze pirogene.
Cosa vedono gli altri?
Poco dopo l'assunzione della dose, il soggetto appare confuso o sonnolento e tende a sdraiarsi.
Il segno delle iniezioni nel braccio (le cosiddette "piste"), le macchie di sangue sulla biancheria, la presenza di siringhe, di cucchiaini anneriti, di cartine argentate, ecc. indirizzano la diagnosi.
I danni da consumo di eroina
Per quanto paradossale possa sembrare, l'eroina di per sè, a meno che non venga assunta in dose eccessiva ( overdose ), è relativamente innocua, anche perchè l'organismo si difende con un'altissima tolleranza: basti pensare che si comincia con dosi da 5 mg per arrivare ad assumere dosi che possono giungere fino a 400 mg. Anche la presenza dei danni celebrali permanenti da eroina appare molto discutibile.
Il vero e molto grave danno che l'eroina produce è conseguenza della grande tra scuratezza delle abitudini igeniche e alimentari; inoltre, c'è anche da tener conto che l'individuo conduce una vita molto irregolare, sempre ai margini della legge.
Così, l'eroinomane è spesso afflitto dalle più varie infezioni, quali ascessi, endocarditi, malattie veneree, da una non modesta compromissione del fegato e ai denti in cattivo stato.
Quadri drammatici si possono avere a causa delle sostanze da taglio non solubili, che possono occludere i capillari polmonari o retinici o spinali. Le situazioni critiche, per le quali è necessario un intervento di emergenza, sono comunque due: quella da overdose e quella da crisi astinenziale. In quest'ultimo caso, si dice che il ragazzo "sta scoppiando" o "è a rota"; riferendosi al suo frenetico cercare la droga e al suo stato eccitato ed ansioso, si dice che " è in sbattimento" o " in paranoia ".